Il G.I.P. di Messina ha convalidato il fermo per la pregiudicata messinese Fortunata Caminiti, classe 1969, ed emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per lei e il compagno Fabrizio Ceccio, pregiudicato messinese classe 1972, ritenuti responsabili dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere di Roberto Scipilliti.
La vittima era un vigile del fuoco, scomparso dal lungomare di Santa Teresa di Riva (ME) nel pomeriggio del 5 gennaio 2017 e rinvenuto cadavere nelle campagne di Savoca (ME), località Rina Superiore, nella serata del successivo 14 gennaio.
Le indagini degli inquirenti hanno portato alla luce la panificazione dell’omicidio Scipilliti ad opera della coppia: il noleggio di un auto (avvalendosi di documenti falsi) il giorno precedente all’omicidio, la raccolta di armi, il concordare un incontro con Scipilliti così da attirarlo in una trappola mortale.
L’esecuzione è avvenuta con un colpo di pistola alla testa mentre si trovava ancora sul veicolo, in modo improvviso e fulmineo, incapace di realizzare quanto stava avvenendo.
Un’ulteriore prova della loro colpevolezza è stata trovata nella loro abitazione: uno dei cellulari usati dalla coppia aveva evidenti segni di tracce di sangue sullo schermo. Effettivamente, quando è stato estratto dalla ormai famosa “Panda gialla” e gettato nel fosso in cui è stato ritrovato, il cadavere di Scipilliti – con un foro di proiettile che gli attraversava la testa – ha perso molto sangue, tanto da rendere inevitabile, per i suoi assassini, macchiarsi le mani ed i vestiti.
L’unica cosa che ancora sfugge alle forze dell’ordine è la mancanza di un movente.
Perché orchestrare un piano così diabolico ai danni di Scipilliti?
Gli inquirenti stanno vagliando e passando sotto la lente di ingrandimento diverse strade e, al momento, non c’è un’ipotesi investigativa privilegiata, per cui nulla si può ancora escludere.
Infatti, se da una parte appare verosimile che quanto accaduto possa essere maturato negli ambienti degli interessi illeciti che accomunavano i due assassini e la loro vittima, dall’altra stanno emergendo contorni e dettagli che potrebbero portare a ricondurre l’omicidio non più a quello delle truffe, ma a tutt’altro tipo di ambienti: in particolare, anche se è ancora presto per ipotizzare una vera e propria connessione con il delitto, l’ambiente che sembra in qualche modo poter entrare in scena è quello delle chat erotiche e degli appuntamenti a pagamento.
Nel frattempo, Caminiti, dimessa dall’Ospedale di Taormina dove stava dalla sera del 25 gennaio (e piantonata a vista), è stata condotta presso il carcere di “Catania Piazza Lanza”, mentre Ceccio è ristretto presso il carcere di “Messina Gazzi”.
- Fabrizio Ceccio