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Anno giudiziario 2017 inaugurato con una protesta

Anno giudiziario 2017 inaugurato con una protesta

Nella giornata di oggi, 28 gennaio 2017,  è stato inaugurato l’Anno Giudiziario 2017.

All’evento, svoltosi presso il Palazzo di Giustizia di Messina, hanno preso parte  personalità di spicco del mondo legale.

Il compito di tenere il discorso inaugurale (che ha presentato delle amare analogie con quello dell’anno passato), è stato assolto dal Presidente della Corte d’Appello, Michele Galluccio.
La lungaggine dei processi, la prescrizione dei reati (non è affatto un mistero, in fondo, che i procedimenti giuridici sono caratterizzati da una lentezza che si ripercuote sull’efficienza e sulla “credibilità” del Bel Paese), carenza di magistrati e personale vario. Senza dimenticare  la questione del secondo palazzo di giustizia, nodo che non è stato ancora sciolto, vista la mancanza di locali.

Paradossalmente, continuano quindi ad essere inutilizzati i fondi (17 milioni di euro) per la realizzazione del secondo palazzo di giustizia, mentre ogni anno si spende circa un milione e mezzo di euro per pagare canoni di affitto, in alcuni casi per immobili non idonei all’uso.

Il discorso del Presidente Galluccio è proseguito su un tema altamente delicato in questo periodo: la rivisitazione delle piante organiche ad opera del Ministero, che ha comportato parecchie soppressioni di sede (5 posti nel distretto, due nel settore giudicante e tre nel settore requirente).
È lo stesso relatore che afferma come questo “pesante arretrato” rappresenta un problema soprattutto per i cittadini e per il loro diritto di veder riconosciuto il principio di uguaglianza esposto nell’articolo 3 della Costituzione Italiana.

Conclusosi  l’intervento del Presidente, a prendere la parola è stato il delegato del Consiglio Superiore della Magistratura, Luca Leonforte.

Schieratosi totalmente a favore di quanto detto dal suo predecessore, il delegato CSM ha motivato  la sua decisione con una riflessione: Messina è  crocevia tra due realtà criminali vicine e imponenti per quanto riguarda il meridione. In questa situazione, non si può che elogiare l’operato giudiziario messinese, assolutamente valido date le risorse e gli organi impiegati assolutamente competenti.
Dunque, sarebbe il caso di potenziare il presidio messinese, e non porre tagli inutili e dannosi.

Il passaggio del microfono è toccato  al Dott. Santino Consolo, capo del Dipartimento del Ministero, desideroso di tracciare i passi salienti del suo discorso. Ma l’uditorio non aveva la stessa volontà.

L’aula, composta da avvocati e magistrati, si è svuotata completamente, in segno di protesta.
È l’unica forma civile di protesta che l’Ordine degli avvocati e magistrati può inoltrare al Ministero, vista la prospettiva di soppressione della Corte d’Appello presso la sede di Messina.

Terminato il discorso del Dott. Consolo, magistrati e avvocati sono tornati in aula e hanno continuato a presenziare all’evento.

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