Il sindaco Renato Accorinti è ancora il primo cittadino peloritano fino a giugno 2018. Con lui gli otto assessori e il consiglio comunale che, dopo 10 ore di lavori d’aula, hanno bocciato la mozione di sfiducia. Provvidenziali a favore del no si sono rivelati i voti dei genovesiani di Forza Italia e dei tre consiglieri del Pd che si sono dissociati dalla linea della capogruppo Antonella Russo.
Alle ore 3.33 l’aula si è così espressa: 23 voti favorevoli, 5 astenuti e 10 contrari.
Hanno confermato il sì alla sfiducia i firmatari: per i Centristi per la Sicilia (ex Udc) Mario Rizzo, Franco Mondello, Mariella Perrone, Andrea Consolo e Libero Gioveni; per Nuovo Centrodestra Daniela Faranda e Nicola Crisafi; per Sicilia Futura i consiglieri Nino Carreri, Nino Interdonato e Santi Sorrenti ;per SiAmo Messina Piero Adamo e Fabrizio Sottile; per il Pd la capogruppo Antonella Russo; per Felice per Messina Giuseppe Santalco, Nora Scuderi e Carlo Cantali; per Forza Italia Pippo Trischitta, Giovanna Crifò; per i Progressisti democratici Simona Contestabile e Nicola Cucinotta; per Grande Sud solo Donatella Sindoni; per il Gruppo misto Daniele Zuccarello; per Fratelli d’Italia Elvira Amata.
Contro la sfiducia i quattro accorintiani di Cambiamo Messina dal Basso Lucy Fenech, Ivana Risitano, Maurizio Rella e Cecilia Caccamo; tre consiglieri Pd Claudio Cardile, Gaetano Gennaro e Pietro Iannello; per il Gruppo Misto Pippo De Leo e Carlo Abbate; per il Megafono Angelo Burrascano.
Assente al momento del voto Pio Amadeo di Sicilia democratica. Gli astenuti sono stati: la presidente del consiglio Emilia Barrile che però aveva firmato la sfiducia; i genovesiani di Grande Sud Benedetto Vaccarino e Carmelina David; il capogruppo dei Progressisti democratici, anche lui genovesiano, Francesco Pagano; Pierluigi Parisi di Forza Italia.
Accorinti dunque resta in carica grazie ai tre consiglieri del Pd e ad alcuni consiglieri forzisti di area genovesiana che nei giorni scorsi erano stati sibillini ma avevano lasciato intendere di essere contrari alla sfiducia. Si è astenuta, di fatto opponendosi alla sfiducia, anche la presidente Barrile, che pure aveva firmato la mozione presentata dai consiglieri ex Udc ed Ncd.
Sorpresa invece per la consigliera Elvira Amata che, nonostante nei giorni scorsi avesse dichiarato che non c’erano le condizioni per mandare a casa questa amministrazione, ha dato il suo consenso alla mozione di sfiducia. Sul punto di cambiare idea anche il consigliere Santalco, che nel suo intervento si era detto pronto a votare contro la sfiducia, sebbene fosse tra i firmatari, in cambio di una reale apertura al dialogo da parte della giunta. I toni utilizzati da Accorinti nella sua relazione lo hanno evidentemente convinto a confermare la sua posizione iniziale.
Decisiva quindi la spaccatura all’interno dei gruppi consiliari: infatti gli unici a presentarsi compatti sono stati i Centristi ex Udc ed Ncd, cioè i proponenti della mozione di sfiducia, depositata a luglio presso la Segreteria Generale di Palazzo Zanca. Il Pd ha ufficialmente “ripudiato” la capogruppo Russo; Forza Italia si è presentato totalmente diviso, suddividendo i voti tra favorevoli, astenuti e contrari; in casa “Picciolo” da registrare la defezione della consigliera Rita La Paglia, che non si è presentata in Aula.
Archiviato dunque il capitolo sfiducia, il sindaco Renato Accorinti continuerà ad amministrare fino a giugno 2018 e da oggi in poi genovesiani e parte del Pd dovranno assumersi la responsabiltà di sostenerlo in Aula.
Il Consiglio comunale dedicato alla sfiducia restituisce alla cittadinanza un’Aula consiliare mai così piena, se non nel giorno dell’insediamento. Quasi tutti i consiglieri comunali hanno espresso palesemente i motivi della propria scelta, sia chi sosteneva Accorinti, sia chi voleva chiudere definitivamente questa esperienza.