Nella mattinata di ieri i Carabinieri del Comando Tutela Ambiente – Nucleo Operativo Ecologico di Catania – e della Compagnia di Barcellona P.G hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di un capannone di circa 1.000 mq. e di un’ulteriore area di circa 100 m.q. siti in località Chianti del Comune di Santa Lucia del Mela, di proprietà della società Valverde di Pace del Mela per violazione di norme del testo unico ambientale.
L’indagine nasce da una serie di esposti presentati presso la Stazione di Santa Lucia del Mela, con i quali venivano evidenziate le ripetute emissioni di odori molesti, provenienti da un’area di pertinenza della società Valverde, che periodicamente si propagavano verso i centri abitati dei Comuni di Santa Lucia del Mela, Gualtieri Sicaminò e di altre zone limitrofe, creando gravi disagi per la popolazione.
Sono stati così avviati mirati controlli che hanno consentito al personale dell’Arma di rilevare, in particolare, nella contrada Chianti di Santa Lucia del Mela, la presenza di un capannone di circa 1.000 mq. utilizzato dalla società Valverde per il deposito e stoccaggio della c.d. “pollina” assolutamente inidonea a contenere le intollerabili emissioni/esalazioni di ammoniaca che si sprigionano quotidianamente dai cumuli della sostanza in fermentazione, scatenando le rimostranze dei cittadini colpiti.
L’attività ispettiva ha fatto inoltre emergere anche la presenza di un’ ulteriore area dove lo stallatico, proveniente da altri allevamenti di bovini ed equini sempre riconducibili alla società Valverde di Pace del Mela, veniva stoccato semplicemente ammassandolo sul nudo terreno, circostanza che concretizza un’altra grave particolare violazione di carattere ambientale.
Al titolare dell’impresa, M.P. di anni 65, sono state così contestate le violazioni contemplate dagli artt. 256 bis, 256 co. 1 e 2, art. 29 quattordecies del D.Lgs 156/2006 e art. 674 c.p., nonché quelle legate all’assenza della particolare autorizzazione necessaria per la produzione di uova qualora il numero dei capi allevati superi le 40.000 unità di produzione di uova (A.I.A. – Autorizzazione Integrata Ambientale – di competenza dell’Assessorato Regionale, ndr) .
L’Autorità Giudiziaria, pur procedendo ai sequestri preventivi, nell’affidare l’area in sequestro allo stesso titolare dell’azienda, ha consentito al medesimo di proseguire nell’attività produttiva svolta, imponendo precise prescrizioni operative alle quali l’azienda dovrà aderire in breve tempo per evitare, in futuro, l’ulteriore propagazione di odori molesti e di altre forme di inquinamento ambientale che potrebbero portare all’aggravamento della posizione assunta nel procedimento penale in corso.