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Mense scolastiche e servizi a domanda individuale. Gioveni: ” Bisogna diminuire i costi di compartecipazione!”

Mense scolastiche e servizi a domanda individuale. Gioveni: ” Bisogna diminuire i costi di compartecipazione!”

«Diminuire i costi della compartecipazione del servizio di mensa scolastica, estrapolando gli asili nido dai servizi a domanda individuale, considerandoli quindi, in base a dei precisi riferimenti normativi esistenti,“servizi obbligatori per legge” »

Torna alla carica il consigliere comunale Libero Gioveni, che di questa fattispecie è sempre stato convinto sostenitore e fautore con norme alla mano, presentando all’assessore alla pubblica istruzione Federico Alagna, presente ieri in Commissione, questa sua proposta durante un breve dibattito sul mancato avvio del servizio di mensa scolastica.

Gioveni ha elencato dettagliatamente ad Alagna le norme di riferimento che, in tale direzione, sembrano essere inequivocabili: la Legge n. 146 del 12 giugno 1990 art. 1 comme 2/d (...sono considerati servizi pubblici essenziali per quanto riguarda l’istruzione… gli asili nido…) ; la Legge n. 42 del 5 maggio 2009 art. 21 comma 3/c (…per i Comuni sono da considerare funzioni essenziali quelle di istruzione pubblica ivi compresi i servizi per gli asili nido…); la Legge Delega Federalismo Fiscale del 2011, tabella 2.1 (…funzioni fondamentali per Comuni e Province: funzioni di istruzione pubblica, compresi asili nido…) e infine il Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013 (…la diffusione sul territorio degli asili nido rappresenta una delle componenti essenziali nell’attuazione delle politiche volte alla conciliazione degli impegni casa-lavoro…).

Il consigliere comunale sembrava aver trovato una sponda, sulla percorribilità della proposta, nella figura dell’ex assessore al Bilancio Eller prima del suo addio, tant’è che quest’ultimo stava già lavorando per approfondire meglio la questione. Adesso è l’assessore Alagna ad essersi impegnato formalmente in Commissione a girare questi riferimenti normativi alla collega di Giunta Nina Santisi, per capire se sarà possibile sfruttare questa possibilità.

« I vincoli della compartecipazione del 36% dei costi nei servizi a domanda individuale (nella loro totalità) o il non rispetto di questa soglia percentuale stabilita dalla normativa vigente – afferma l’esponente centrista – hanno sempre rappresentato un problema (evidenziato anche in più occasioni dal Collegio dei Revisori dei Conti) anche per il consequenziale aumento delle tariffe per le famiglie a basso reddito.

Riuscendo invece ad estrapolare (e quindi a svincolare) gli asili nido da questa tipologia  – prosegue Gioveni – si spianerebbe la strada ad un risparmio nella gestione dei servizi e per le tasche delle famiglie, aprendo di riflesso altri canali di finanziamento extra comunali per l’assistenza all’infanzia.

La conseguenza di questa operazione, quindi – conclude il consigliere – sarebbe quella di poter avere dei costi inferiori di compartecipazione per le famiglie sia per le necessarie e tanto attese mense scolastiche, sia per altri servizi a domanda individuale.

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