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Francesco Totti, quando l’uomo supera la leggenda

Francesco Totti, quando l’uomo supera la leggenda

Giornata storica quella trascorsa ieri, domenica 28 maggio, allo stadio Olimpico di Roma, dove  sotto gli occhi di più di 70.000 spettatori, si è registrato l’addio al calcio giocato, forse, ma sicuramente alla propria squadra As Roma, di Francesco Totti, uno dei talenti del calcio italiano, probabilmente il più cristallino, figlio di un’epoca calcistica fantastica che chiude i battenti, salutando l’ultima grande bandiera.

Un campione immenso fuori e dentro il campo, che ha battuto notevoli record personali, totalizzando 307 gol con la maglia giallorossa della Roma, di cui 250 in serie A, secondo marcatore di sempre, alle spalle solo di un forse irraggiungibile Silvio Piola, che per amore di una squadra e di una città, con il club ha vinto poco, pochissimo, rispetto al suo smisurato talento, ottenendo solo, si fa per dire, uno scudetto, due supercoppe italiane, due coppe Italia e un unico trofeo internazionale, quel mondiale di calcio del 2006, ottenuto con tanti sacrifici suoi personali e di un gruppo di eroi che rimarrà nella storia.

Ma quello che più colpisce e rimane impresso però di questo campione, che merita anche un omaggio da parte nostra, è l’uomo, che emerge anche in questa giornata di addio, dove mette in mostra tutte le sue fragilità, quelle fragilità che lo hanno fatto amare da molti e magari odiare da alcuni, ma che fanno apprezzare una dote rara negli esseri umani ed in particolar modo in certi ambienti, ovvero l’umanità, la schiettezza, l’onesta di farsi vedere per quelli che realmente si è, senza filtri, senza facciate apparenti, un uomo del popolo nel quale immedesimarsi, nel quale rivedersi, al di là della fede calcistica o della passione per uno sport o un altro.

Nella lettera di Totti, tutto questo viene racchiuso, incorporato, in una giostra di emozioni che ci fanno rivivere il fuoriclasse, la divinità immortale che tante gioie ha regalato, con  le sue stupende giocate, come il cucchiaio ad euro 2000, simbolo e marchio di fabbrica  leggendario per tutta la sua fantastica carriera, ma anche i disastri umani, di un comune mortale, che sono quelli che più ci avvicinano all’uomo, che ci fanno pensare ai tanti errori, sotto diverse forme e con diverse modalità, che ognuno di noi fa tutti i giorni, durante la propria vita, come lo sputo a Poulsen agli Europei del 2004 o il calcione a Balotelli in finale di coppa Italia nel 2012, due semplici esempi, degli spettri ai quali l’uomo per sua natura va incontro nell’arco della vita, ma dai quali può imparare, diventando, è scontato dirlo, una persona migliore .

Per tutto questo e tante altre cose, va fatto un grande omaggio da tutta l’Italia, a questa leggenda vivente, che nel bene e nel male ci ha dato una lezione importante ieri, riuscendo con un semplice gesto a trasmetterci voglia di far bene nella vita, di mantenere la stessa passione nei confronti delle nostre professioni, lo stesso amore per una città, per una nazione, la stessa voglia di fare il massimo possibile nella maniera più pulita possibile, senza avere rimpianti, lo stesso amore e la stessa purezza che solo i bambini possono avere nel perseguire una passione, un sogno, un obiettivo, permettendogli di vivere e diventare concretamente realtà.

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