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Emergenza sangue a Messina. Caminiti: “E’ una questione culturale”

Emergenza sangue a Messina. Caminiti: “E’ una questione culturale”

Come ogni anno, l’arrivo dell’estate coincide con un brusco calo delle donazioni di sangue, la cui raccolta costituisce l’imperativo impellente di qualsiasi società.

Il fabbisogno di sangue nel nostro Paese è costantemente in aumento e il contributo dei donatori resta la migliore garanzia per la qualità e la sicurezza delle terapie trasfusionali.

Nonostante il grande impegno profuso da parte delle associazioni di volontariato, la donazione di sangue rimane ancora un problema piuttosto rilevante a Messina. Oggi poco meno di ieri, ma pur sempre un problema.
Nella città dello Stretto lo scorso luglio si è registrata una carenza cronica delle sacche di sangue che è sfociata di lì a poco in una vera e propria emergenza nei reparti trasfusionali della città.

Abbiamo chiesto un parere professionale su un argomento tanto delicato al dottor Giovanni Caminitimedico del lavorooncologo nonché direttore tecnico del Centro Studi “La Fenice” di Messina:

“ Il punto focale è una questione culturale – sostiene Caminiti – la cultura deve essere divulgata. Non può essere sufficiente fare qualche giorno di pubblicità o richieste di solidarietà. Né si può colpevolizzare il cittadino di essere “assente”, poco attento, egoista. Tutti ci riteniamo al di sopra dei problemi che impariamo a riconoscere solo quando, violentemente, andiamo a sbatterci contro.

Sono le istituzioni – prosegue il medico – con la partecipazione di tutte le variegate componenti  coinvolte nel problema,che devono portare avanti un vero programma finalizzato allo stimolo della coscienza civica.

E tra le istituzioni dovrebbero essere capofila quelle che ambiscono ad essere quasi una sorta di ponte tra il mondo della sanità e la popolazione: ad oggi, infatti, le principali iniziative provengono, tanto per cambiare nel nostro paese, dal mondo del volontariato. Nella nostra provincia è recentissima un’iniziativa dell’AVIS, coadiuvata dall’ASP 5 (in questo caso un’istituzione si sta rendendo protagonista e le dobbiamo un plauso !) volta a reclutare medici che collaborino alla realizzazione delle donazioni.

I vari medici peloritani, da parte loro, sembrano aver raccolto la sfida  servendosi anche delle possibilità offerte dalla tecnologia degli smartphone: su Whatsapp, l’applicazione di messaggistica istantanea più famosa al mondo, sta girando ultimamente un messaggio per incitare i medici a dare la propria disponibilità per recuperare quanto più sangue possibile e far fronte all’emergenza.

Di seguito, è riportato il testo del messaggio:

Cercasi medici disponibili a lavorare ( in genere non più di due volte al mese) o sabato o domenica nei vari paesi della provincia x raccogliere sangue x AVIS. Vengono pagate dall’ASP le spese e dato un gettone giornaliero di 80 €.Il lavoro di prelievo viene fatto da personale infermieristico ma il medico deve essere presente. Si richiede una discreta manualità col computer ”.

La donazione di sangue e dei suoi emocomponenti rappresenta un intramontabile gesto di solidarietà, gratuito e irripetibile che riguarda la vita di tutti. Nessuno può chiamarsene fuori.

Il dono in Italia è gratuitovolontarioorganizzato e anonimo: tuttavia, ciò non significa che non si generi un’empatia enorme, segreta e potentissima tra chi va a donare il proprio sangue e chi lo riceve.
Se durante l’estate le città si svuotano, i donatori e i pazienti non vanno in ferie ed è quindi fondamentale che i cittadini comprendano che la vera sfida è assicurare periodicamente la disponibilità di sangue.

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