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La  DIA e la Guardia di Finanza sequestrano la clinica Cappellani

La DIA e la Guardia di Finanza sequestrano la clinica Cappellani

Con un’operazione lampo, oggi all’alba, la DIA e la Guardia di Finanza, hanno fatto irruzione alla clinica Cappellani sequestrando l’intera struttura. Alla base di questo blitz, sembrerebbe esserci un riciclaggio di denaro, per diversi milioni di euro camuffato dietro le mura di un complesso immobiliare destinato a una clinica privata. Al centro dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia, guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, vi sono due noti imprenditori locali, Dino e Aldo Cuzzocrea. Riciclaggio e intestazione fittizia di beni i reati contestati ai due imprenditori, fratelli tra l’altro, dell’ex rettore dell’università di Messina Diego Cuzzocrea.

I due infatti, avvalendosi presumibilmente di una rete di prestanome, avrebbero riciclato milioni di euro in operazioni immobiliari, acquisendo un grosso complesso poi destinato a ospitare una delle  storiche cliniche private messinesi, per l’appunto Villa Cappellani, in viale Regina Elena, realizzata dalla Immobiliare Cappellani srl e gestita dal gruppo nazionale Giomi. Tra gli indagati inoltre, vi sono uno psichiatra in pensione, Antonio Di Prima, e Dario Zaccone, ex presidente dei revisori dei conti del Comune di Messina e commercialista di Francantonio Genovese, il deputato ex Pd e oggi forzista, condannato in primo grado a 11 anni per i corsi di formazione “d’oro”.

Risalendo ai fatti, la cronistoria ci riporta da un’indagine partita da una segnalazione della Banca d’Italia su operazioni sospette di rientro di capitali in Italia grazie allo “scudo fiscale”. I soldi erano stati portati prima in Lussemburgo e poi fatti tornare in Italia con la costituzione di società ad hoc. Secondo quanto ricostruito dai magistrati, la vicenda ha avuto inizio nel 2002, con la nascita, contestualmente, di due società,  una in Lussemburgo e una a Messina, rispettivamente la Aughi Sa e la Villa Cappellani Srl. Grazie a questo giro di denaro dalla società lussemburghese a quella messinese,  sorge la clinica privata Cappellani, oggi gestita dal gruppo Giomi, non coinvolto nell’inchiesta. Titolare dell’uno per cento delle azioni e amministratore fino al 2006 è Dario Zaccone, mentre il restante  99 % di Villa Cappellani, è di altri soci.

Nel 2011 Villa Cappellani srl viene assorbita da Immobiliare Cappellani, con proprio Zaccone a consentire l’acquisto, vendendo il suo 1%. Gli intestatari delle società che compongono questo triangolo vengono considerati dagli inquirenti “meri intestatari”, mentre la proprietà è da ricondurre a Dino e Aldo Cuzzocrea, fratelli dell’ex rettore Diego, coinvolto nello scandalo che vent’anni fa travolse l’università di Messina. Un’inchiesta che non ebbe tuttavia alcuna conseguenza per l’ex rettore. “Un giro di operazioni per far perdere le tracce dei soldi utilizzati per l’acquisto della Cappellani”, spiega Sebastiano Ardita, procuratore aggiunto, che insieme al sostituto procuratore Fabrizio Monaco, ha coordinato le indagini della Dia e del servizio tributario della Guardia di finanza, che hanno portato al sequestro della clinica, per un valore di 10 milioni di euro.

La difesa degli indagati respinge ogni accusa. “I capitali oggetto del procedimento in questione sono stati “scudati” l’11 dicembre del 2009 versando allo Stato, non irrilevante somma di 55 mila euro. Tanto è da solo sufficiente a rendere del tutto infondata ogni ipotesi di reato e, quindi, errato il sequestro oggi disposto che sarà oggetto di immediata impugnazione”, dice Bonni Candido, difensore di Dino e Aldo Cuzzocrea. Il Gruppo Giomi inoltre, tramite una nota ufficiale, ribadisce di essere del tutto estraneo alla vicenda che riguarda la proprietà dell’immobile che Giomi ha in affitto da diversi anni, chiarendo che “i rapporti con il Sistema sanitario regionale non sono cambiati e proseguono regolarmente sotto tutti i punti di vista”.

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