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Posto a rischio per i chirurghi di Milazzo

Posto a rischio per i chirurghi di Milazzo

Risale a pochi giorni fa la notizia secondo la quale i chirurghi con contratto a termine che lavorano presso l’Ospedale di Milazzo potrebbero perdere il posto.
Ciò a causa di un protocollo d’intesa stipulato tra l’Asp di Messina e l’Azienda ospedaliero-universitaria Politecnico Vittorio Emanuele di Catania per l’utilizzo per scorrimento della graduatoria valida di concorso pubblico per “Dirigente medico disciplina di chirurgia generale”.

Questo protocollo consentirebbe infatti ad un medico presente nella graduatoria etnea di poter occupare un posto disponibile presso i presidi dell’Asp messinese.

Ciò, dunque, comporterebbe per i medici di Milazzo, tra i quali ve ne sono alcuni che ricoprono posti liberi in pianta organica con contratti a tempo determinato da oltre dieci anni, una sensibile riduzione delle chance a disposizione per la stabilizzazione della propria posizione lavorativa.

I confini del caso sono però più ampi del milazzese e, nello specifico, coinvolgono anche l’Azienda Papardo di Messina dove era stata attivata una seconda graduatoria concorsuale di pari specialità ma successiva rispetto a quella catanese – risalente al 2012 – i cui componenti si vedrebbero quindi scavalcati dai loro omologhi catanesi.

Le preoccupazioni emerse in proposito sono peraltro condivise dai medici delle altre specialità in quanto tale linea, ponendosi come “precedente”, potrebbe essere estesa anche nei loro confronti.

Al momento sono poche le voci che tentano di mettere in evidenza le criticità che emergono dalla vicenda. Tra queste quella del Dr. Giovanni Caminiti, promotore di “Alternativa 2017”, che si domanda come sia possibile trovare spazi per medici provenienti da altre realtà locali quando fino ad oggi non sono stati trovati per chi ha profuso il proprio impegno, nella propria città, operando nell’incertezza del posto di lavoro. Caminiti aggiunge anche come a suo avviso tutti coloro che hanno una delega di rappresentatività da parte dei Medici messinesi, a partire dall’Ordine professionale dovrebbero tuonare in difesa degli operatori locali, protagonisti della vicenda.
Sul tema si è anche espressa la CIMO (Confederazione Italiana Medici Ospedalieri) che ha chiesto l’immediato ritiro della delibera in questione, o quantomeno la sua sospensione, nell’attesa della convocazione di un tavolo tecnico di concertazione sindacale.

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