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Bancarotta fraudolenta: arrestato l’editore Enzo Basso

Bancarotta fraudolenta: arrestato l’editore Enzo Basso

Bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e frode fiscale. Sono queste le accuse contestate ad un noto giornalista messinese, il 56enne Enzo Basso, editore di 100nove press, testata messinese meglio conosciuta come Centonove.

Secondo gli investigatori, Basso, attualmente agli arresti domiciliari, realizzava società ad hoc che venivano gravate di oneri connessi alla titolarità di importanti testate giornalistiche edite nella provincia di Messina, indebitate con l’erario e con gli istituti previdenziali e successivamente messe in liquidazione con il contestuale spostamento della gestione della testata ad altre imprese.

Oltre ai domiciliari per il giornalista messinese, l’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai finanzieri della città dello Stretto, prevede l’obbligo di firma per Andrea Ceccio, Giuseppe Garufi e Francesco Pinizzotto, accusati anch’essi di bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e frode fiscale.

E’ stato inoltre disposto il sequestro preventivo per equivalente dei conti correnti, dei beni aziendali, delle quote di capitale e delle azioni intestate all’ultima delle società poste in essere dagli indagati.

Il provvedimento scaturisce da complesse indagini portate avanti dal nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza, secondo le quali i quattro soci, amministratori e dipendenti di otto società editoriali realizzate negli ultimi dieci anni, hanno compiuto – ripetute irregolarità nella redazione dei bilanci per occultarne lo stato di crisi, simulando, in tal modo, una solidità patrimoniale inesistente – che gli consentiva di beneficiare di ulteriori finanziamenti, poi non saldati. Si trattava di società cooperative, formula che garantiva rilevanti agevolazioni fiscali.

Le cooperative condividevano tutte la stessa sede o comunque i luoghi in cui si svolgevano le principali attività. Sistematica – secondo la Finanza – era la ripetizione delle operazioni economiche compiute per trasferire verso le nuove società, di volta in volta costituite, la parte più rilevante del patrimonio aziendale.

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