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È morto Totò Riina. Il boss stava scontando 26 condanne all’ergastolo

È morto Totò Riina. Il boss stava scontando 26 condanne all’ergastolo

Questa notte all’ospedale di Parma, nel reparto detenuti, è morto ad 87 anni il boss di cosa nostra Totò Riina.

Riina era malato ormai da tempo e per questo motivo, lo scorso luglio, i suoi legali avevano avanzato al tribunale di sorveglianza di Bologna (tra molte polemiche) la richiesta di “differire la pena” o di sostituirla con la detenzione domiciliare.

I giudici ritenendo che Riina, per quanto malato, fosse “vigile” e “lucido”, nonché assistito a in maniera analoga a “qualsiasi altra persona che versasse nelle sue stesse condizioni”, hanno però rigettato detta richiesta.

Date dunque le sue già precarie condizioni di salute, i medici ritenevano improbabile riuscisse a superare il primo dei due interventi a cui è stato sottoposto nelle scorse settimane.
Contrariamente alle aspettative però Riina era riuscito a superarlo, per poi peggiorare nei giorni seguenti.
Al secondo intervento, invece, è seguita una setticemia e dopo 5 giorni di coma farmacologico si è verificato il decesso.

Proprio la criticità delle condizioni del boss corleonese avevano indotto, ieri, il ministro della Giustizia ad autorizzare un incontro straordinario con i familiari, che però pare non siano riusciti a raggiungerlo in tempo.

Come per tutti i decessi che avvengono in ambiente carcerario è stata comunque disposta per lui un’autopsia.

Riina, mai pentito e tutt’ora ritenuto dagli inquirenti il capo di cosa nostra, era sottoposto al “41 bis” da 24 anni ed era inoltre titolare di una fedina penale da fare impallidire: 26 condanne all’ergastolo per centinaia di omicidi, stragi e veri e propri attentati come quelli che nel 92′ costarono la vita ai giudici Falcone e Borsellino.

Sulla vicenda si sono registrati alcuni commenti sia di esponenti delle istituzioni che della società civile: “Non gioisco ma non perdono” dichiara la sorella del giudice Giovanni Falcone, Maria. Assume invece i connotati del monito il commento della Presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi: “Non è la fine della mafia siciliana, che resta un sistema criminale di grande pericolosità”.

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