Si è tenuto ieri, davanti al Procuratore Aggiunto Ardita e al Sostituto Procuratore Monaco, l’interrogatorio di garanzia del neo-deputato all’Ars Luigi Genovese, oltre che quello di Rosalia Genovese e Marco Lampuri, anche loro coinvolti nell’inchiesta per riciclaggio e sottrazione indebita che ha interessato buona parte della famiglia Genovese e che ha portato ad uno dei sequestri più consistenti nella storia della Procura di Messina.
Tutti e tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
“Abbiamo bisogno di vedere più approfonditamente quali sono gli elementi di accusa e lo vedremo nei prossimi giorni” ha commentato Nino Favazzo, legale della famiglia, spiegando come i suoi clienti abbiano esercitato semplicemente un loro diritto in attesa di maggiori informazioni sulle accuse.
Per quanto riguarda Francantonio Genovese ed il cognato Franco Rinaldi, invece, pare che per il momento non saranno sentiti.
Genovese Junior, nonostante in Tribunale si sia avvalso della facoltà di non rispondere, è comunque intervenuto sulla vicenda con una nota: “Sul procedimento in corso, mi preme solo ribadire quanto già dichiarato a caldo: nutro profondo rispetto nei confronti della magistratura. Un rispetto granitico e sincero, di chi fa della giustizia un caposaldo della propria vita”.
Fermo restando il rispetto granitico però non sono mancate alcune annotazioni da parte del giovane studente di giurisprudenza: “Dalla lettura di quel provvedimento ho maturato la piena consapevolezza della mia assoluta estraneità rispetto all’interpretazione data alle vicende trattate dai magistrati e dal giudice per le indagini preliminari. Con serenità, ritengo che non siano state valutate a dovere alcune situazioni, per cui sono certo che il seguito dello sviluppo istruttorio chiarirà ogni aspetto e mi restituirà la piena onorabilità. In tal senso, non nutro alcun dubbio”.
Nella nota Genovese commenta anche la sua scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere: “La decisione non è stata facile ma, alla fine, dopo un confronto con il mio legale, ho ritenuto più utile affidare gli argomenti a mia difesa ad uno scritto che sarà, quanto prima, depositato con i necessari documenti a sostegno”.
Intanto il giovane Genovese, a cui la magistratura contesta di essere subentrato al padre nell’ambito del patrimonio familiare per evitare che quest’ultimo ricevesse una multa da circa 20 milioni di euro dal Fisco, si definisce “sereno” e oggi tornerà in Tribunale. Questa volta per essere proclamato Deputato all’Assemblea Regionale Siciliana.