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Operazione “Maglie Larghe”: 45 le persone coinvolte tra misure cautelari e sequestri

Nella prima mattinata di ieri, 18 gennaio 2018, personale dei Comandi Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Enna, coadiuvati nelle fasi esecutive dai colleghi degli omologhi Comandi di Messina e Catania, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, con contestuale sequestro preventivo, nei confronti di 45 persone.

I destinatari del provvedimento, emesso dal GIP del Tribunale di Enna, su richiesta della Procura della Repubblica dello stesso centro, sono ritenuti a vario titolo responsabili di: associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita; autoriciclaggio e falso.

A 27 delle 45 persone destinatarie dei provvedimenti è stata notificata sia la misura cautelare personale, sia il sequestro preventivo.
Le altre 18 sono invece indagate in stato di libertà ed interessate dal solo sequestro preventivo.

L’operazione di servizio, alla quale hanno preso parte più di 150 militari, tra Finanzieri, Carabinieri e Carabinieri Forestali, deriva da un’indagine denominata “Maglie larghe”, nata nel 2015, e nella quale gli accertamenti iniziali furono svolti da personale del disciolto Corpo Forestale dello Stato.

In particolare, la parte economico-finanziaria dell’indagine è stata curata mediante accertamenti documentali, servizi di osservazione, controllo e pedinamento, ed intercettazioni telefoniche.

Tali strumenti hanno consentito di portare alla luce un collaudato sistema criminale volto all’illecita acquisizione di contributi comunitari, veicolati attraverso l’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), da parte di un elevato numero di soggetti.

Questi dichiarando falsamente la “conduzione” di numerosissimi terreni (principalmente in Sicilia, ma anche in diverse altre regioni) in qualità di proprietari o affittuari, hanno indebitamente percepito, dal 2005 ad oggi, ingentissimi contributi comunitari per importi che superano i 10 milioni di euro.

Un contributo determinante alla realizzazione di tale disegno criminoso è stato offerto dall’attività di molti operatori e responsabili dei Centri Assistenza Agricola.
Questi all’atto della presentazione delle domande relative all’elargizione di fondi comunitari anziché svolgere le proprie funzioni di consulenza e controllo agivano piuttosto come parte integrante del sistema fraudolento.

Inoltre, allo scopo di eludere possibili investigazioni ed accertamenti da parte delle Autorità, tali domande venivano spesso formalizzate da soggetti, principalmente donne, con requisiti tali da evitare di destare l’attenzione degli Inquirenti (quali: un’età inferiore ai 40 anni, in molti casi un’elevata scolarizzazione e importi inferiori ai 150 mila euro, cifra oltre la quale la normativa antimafia prevede specifici accertamenti).

Alle misure cautelari personali, eseguite dall’Arma, si affiancano 45 misure reali di sequestro preventivo per un importo complessivo di circa 8 milioni di euro, cui vanno aggiunti oltre 2 milioni sequestrati a più riprese dall’Arma e dalla G. di F. nel periodo oggetto dell’indagine.

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