Cari amici,
veniamo da una settimana veramente tosta sotto il profilo meteo. L’Italia intera – eccezion fatta come previsto per la Sicilia e la bassa Calabria – è stata investita da una notevole ondata di freddo. La Sicilia e la Calabria meridionale hanno invece risentito soltanto di un refolo freddo che ha portato pioggia e tanta neve in montagna (nella foto, la webcam di Gambarie).
Finita questa ondata di freddo, a tutte le quote è rimasto un “cuscino” di aria fredda al suolo, specie nella parte d’Italia che va dall’alta Calabria verso nord. Ed è proprio questa colonna d’aria ancora fredda che ha consentito ieri, all’arrivo dei venti sciroccali, un’inusuale nevicata su Catanzaro (debole) e su Cosenza (più abbondante a causa del suo trovarsi in una vallata).
Già in nottata la temperatura è considerevolmente aumentata, assieme alla copertura nuvolosa,e così farà ancora nei prossimi giorni, sotto il tiro di venti prima sciroccali (oggi) e poi libecciali (weekend). Tra domenica e martedì la rotazione dei venti da libeccio a ponente/maestrale porterà un peggioramento del tempo e una rinfrescata, in un contesto di cieli già grigi. I mari saranno increspati e a tratti mossi, l’umidità altalenante ma tendenzialmente elevata.
L’inverno meteorologico si conclude qui, anche se il vero bilancio lo trarremo a fine mese. E’ stato certamente un inverno più caldo del normale, con un dicembre abbastanza fresco e piovoso, un gennaio secco e tiepidissimo e un febbraio parecchio piovoso, ma non troppo freddo. Un inverno con precipitazioni a volte abbondanti ma con poca neve in quota, eccetto in queste settimane, anche se sarà comunque destinata a sciogliersi sotto il tiro dei venti sahariani.
Per chi, amando il freddo, si fosse lamentato dell’assenza del Burian, ricordiamoci che in annate come il 2014 siamo stati solo noi siciliani ad esserne interessati (e nel 2017 solo Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia).
A noi sarebbero bastati solo un po’ di neve costante in montagna, che garantisse un’estate con l’acqua nelle condutture, e un tepore meno aggressivo, così da regalare alle piante la loro normale fioritura e alle colture il loro usuale corso. I disagi che hanno patito gli altri, per una regione in difficoltà come la nostra, è meglio non averli vissuti.