Breaking News
Home / Sport / Calcio / Addio ad Emiliano Mondonico, il calcio piange il tecnico che fece grandi Torino e Atalanta
Addio ad Emiliano Mondonico, il calcio piange il tecnico che fece grandi Torino e Atalanta

Addio ad Emiliano Mondonico, il calcio piange il tecnico che fece grandi Torino e Atalanta

Emiliano Mondonico: lo si ricorda con la sedia rivolta al cielo di Amsterdam per protesta contro una decisione arbitrale nella finale UEFA del suo Torino. Gesto passato alla storia (vent’anni prima delle manette di Mourinho) come simbolo contro le ingiustizie e fatto proprio soprattutto dai tifosi granata, che poi, in occasione della prima operazione chirurgica del loro ex tecnico,si ritrovarono sul prato del Filadelfia (ai tempi un rudere) per alzare le loro sedie.

Aveva 71 anni compiuti da poco, Emiliano Mondonico, e da sette combatteva contro un tumore che lo costrinse a svariati interventi oltre che ad abbandonare la sua amata panchina dopo l’ultima esperienza al Novara, in serie A, quando già la malattia si era manifestata.

Nato a Rivolta d’Adda in provincia di Cremona, muove i suoi primi passi da calciatore professionista proprio nella formazione grigiorossa e dopo un paio di stagioni fra Torino, Monza e Atalanta fa ritorno a casa dove conclude la carriera da giocatore ed inizia quella d’allenatore, riportando agli inizi degli anni ’80 la Cremonese in A, a distanza di più di cinquant’anni.

Dopo un anno a Como, sempre nella massima serie, ritorna in cadetteria sulla panchina dell’Atalanta, con la quale ottiene subito la promozione e in seguito una storica semifinale di Coppa delle Coppe.

Sarà però l’avventura col Torino agli inizi degli anni ’90 a regalargli le maggiori soddisfazioni: un terzo posto, la sopracitata finale di Uefa persa contro l’Ajax e la vittoria della coppa Italia nella stagione 1992-93.

Fa ritorno all’Atalanta dal 1994 al 1998 per poi sedersi su due panchine del Sud (Napoli e Cosenza), allenare inoltre Fiorentina, Albinoleffe e ancora Cremonese per poi finire la carriera a Novara.

Nel 2012 è costretto ad abbandonare il calcio professionistico, non il calcio però, faceva infatti il commentatore in TV e allenava i ragazzi delle medie di Rivolta, gli ex alcolisti e gli ex tossicodipendenti, portando avanti i suoi valori di lealtà sportiva e rispetto verso il prossimo. Ciao Mondo.

Seguici e condividi:

Lascia un commento

Torna su