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A RUOTE FERME: sono botte da orbi, da una rossa che trionfa a un Rossi che tonfa

A RUOTE FERME: sono botte da orbi, da una rossa che trionfa a un Rossi che tonfa

Eh sì, sono state proprio botte da orbi e non stiamo parlando di una tappa del circuito UFC bensì della domenica dei motori andata in scena fra il Bahrein e l’Argentina.

Due gare molto spettacolari quelle del week-end appena trascorso che ci lasciano gioire a metà perché se nel deserto del Bahrein a trionfare è stata la Ferrari di Sebastian Vettel, nelle terme argentine Rossi e la rossa di Borgo Panicale sono rimasti invece impantanati.

Protagonisti principali degli scontri avvenuti sono Marc Marquez e Max Verstappen, non del tutto nuovi a passare all’onore della cronaca, oltre che per la loro straripante bravura, per la loro irruenza derivata forse dalla  giovane età. A dire il vero per quanto riguarda il figlio d’arte, ormai alla quarta stagione in F1 finora del suo talento si è visto spesso solo lo sconfinato potenziale ma i 21 anni sulla carta d’identità depongono a suo favore.

Certamente diverso è il discorso per Luca Cigarini, che la botta purtroppo l’ha presa sul serio.
A lui, sfortunato protagonista della disavventura avvenuta durante il secondo pit stop di Kimi Raikkonen, vanno i nostri più sinceri auguri di pronta guarigione dopo la rottura di tibia e perone procuratagli dallo scontro con la ruota posteriore sinistra della monoposto del finlandese, costretto altresì al ritiro (quando la sfortuna chiama lui risponde presente).

Andiamo con ordine però, partendo proprio dalla 2a tappa del mondiale di Formula 1 in Bahrein.
Le due Ferrari si presentano entrambe in prima fila, cosa che non accadeva dallo scorso Gran Premio d’Ungheria, con Vettel davanti a Raikkonen.

L’inizio di gara è subito scoppiettante nel vero senso della parola, perché è appena terminato il primo giro quando il solito Verstappen si rende protagonista, prima in positivo con uno spettacolare sorpasso nei confronti di Hamilton, poi in negativo con una manovra probabilmente troppo aggressiva in chiusura di sorpasso che porta allo scontro fra la ruota anteriore sinistra del pilota Red Bull e quella posteriore destra del quattro volte iridato.
A farne le spese è il giovane olandese costretto al rientro ai box per la foratura della gomma coinvolta (la sua gara terminerà comunque poco dopo il rientro in pista).

Di rientrare ai box non ne vuole invece sapere Sebastian Vettel, che rimane in pista ben 39 giri con una mescola soft che Pirelli aveva consigliato di usare al massimo per una ventina di tornate e riesce a respingere l’attacco di Bottas nei giri finali quando ormai le gomme del tedesco erano belle che finite.
Un capolavoro quello di Seb, che bissa il successo in Australia e nel  Gp numero 200 in carriera, eguaglia Micheal Schumacher, ultimo pilota Ferrari a riuscire nella doppietta alle prime due gare. Era il 2004, l’anno del suo ultimo titolo iridato.

Impresa anche per la Toro Rosso, made in italy, di Pierre Gasly, esordiente che con il suo 4o posto fa impazzire di gioia tutto il suo box, regalandoci uno dei momenti più belli della domenica, al pari  di Carl Crutchlow vincitore  a sorpresa della 2a tappa del motomondiale sul circuito di Rio Hondo, che fa emozionare il suo team manager Lucio Cecchinello quasi incredulo del risultato e precede sul podio Zarco e Rins.

Assoluto protagonista della gara e non in positivo, è però Marc Marquez.
Non basta la confusione in griglia per le incerte condizioni dell’asfalto e la partenza anomala con il contentino dato a Jack Miller per essere stato l’unico pilota a rischiare mescole da asciutto.
Qui entra in scena il protagonista di giornata che prima spegne la sua Hrc e poi grazie ad una direzione gara titubante riesce a partire dalla griglia anziché dai box come previsto dal regolamento in questi casi.

Dopo il ride through comminato per la manovra in griglia, Marquez prova la disperata rimonta dal 19o posto, dall’alto del suo ritmo di gara decisamente superiore agli altri. Lo spagnolo esagera però e inizia a fare a carenate un po’ con tutti, da A. Espargaro fortunato a rimanere in sella alla sua moto fino allo scontro con Valentino Rossi che invece è meno fortunato e finisce per terra.

Ad un Marquez, troppo irruento ed a tratti arrogante, vengono inflitti 30 secondi di penalità, così da vanificare la folle rimonta fino al 5o posto e finire la  gara con 0 punti (così come per Rossi) ma con uno strike a referto.

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