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Messina: “favelas” a Fondo Fucile: “i clandestini siamo noi”

Messina: “favelas” a Fondo Fucile: “i clandestini siamo noi”

Qui l’Italia sembra lontanissima. Dentro le baracche di Fondo Fucile centinaia di nuclei familiari vivono situazione di degrado: mancanza di riscaldamento, topi, problemi di illuminazione, acqua, amianto da tutte le parti.
“Si vuole accomodare! Mio figlio di 15 anni è stato colpito dall’amianto, sempre ricoverato. Ecco il “belvedere”, – dichiara una donna, una mamma del villaggio – , topi, acqua che scarseggia, umidità ovunque, amianto da tutte le parti. Non lavoro, vivo con un sussidio di 1500 euro l’anno, tutti i giorni vado da mia mamma a Bordonaro per farmi la doccia.

A pochi km dal centro città si sprofonda nel villaggio del veleno, di amianto e lamiere. Fondo Fucile, una delle baraccopoli di Messina, ma non la più antica, costruita nel dopoguerra. Un cancro inesorabile, una distesa di amianto, circa 80 %, senza servizi igienici, con fogna a cielo aperto, in un labirinto di casette diroccate e fatiscenti, i cui tetti, sembrano sbriciolarsi.

Su 550 miliardi delle vecchie lire, la politica ne ha spesi solo 150, quindi le baracche sono ancora in piedi con le loro lastre di eternit, dove vivono 146 famiglie, circa 600 persone.

Siamo gli ultimi degli ultimi, peggio degli extracomunitari,- dichiara una donna del posto – , noi siamo gli extracomunitari italiani.

A Fondo Fucile non esistono i diritti della costituzione, la dignità umana fa fatica ad emergere. Bambini privi di spazi all’aperto, costretti a giocare in mezzo ai ratti, amianto dappertutto, causa di una grave patologia di tumore ai polmoni. Si sogna la casa dei propri sogni e la gente si è ormai trasformata in un coro rassegnato.

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