Fase Due sì, ma molti potrebbero non riaprire. È la prospettiva delineata dal presidente nazionale della Fapi Cesac Gino Sciotto. Sulla decisione di molti potrebbe pesare il clima di forte incertezza per le piccole e medie imprese di commercio e turismo. “Anche con una ripartenza graduale a partire dal 4 maggio – spiega Sciotto – pubblici esercizi, attività ricettive, commercianti non alimentari e ambulanti potrebbero decidere di non aprire.
Troppo forte la crisi che si delinea senza reali prospettive di ripresa. Servono misure governative a lungo respiro per assicurare liquidità alle imprese. Sono necessarie – per il presidente Sciotto – forme di indennizzo a fondo perduto commisurati al valore dei mancati redditi, e protocolli chiari da adottare dopo il 4 maggio, senza la grande confusione che regna oggi”.
E sul turismo, la posizione della federazione piccole e medie imprese è chiara: “E’ impensabile lasciare il turismo estivo che tanto dà economicamente alle regioni del sud Italia, al proprio destino. L’emergenza sanitaria è una priorità ma bisogna lavorare da subito per trovare soluzioni che salvino la stagione turistica ormai imminente.
A rischio chiusura migliaia di locali, bar, ristoranti, alberghi e stabilimenti balneari. E’ una crisi inimmaginabile per il comparto – continua Sciotto – la stagione primaverile è già archiviata con perdite di almeno trentacinque milioni di euro e migliaia di posti di lavoro persi.
Non possiamo rischiare di azzerare il turismo nel 2020. Governo e Regioni lavorino da subito per un crono programma che consenta riaperture graduali e in sicurezza, in tutta Italia. Serve un adeguato supporto alle imprese, con immediata liquidità delle aziende, e prospettive per la riapertura”.