Si è svolta, con inizio alle ore 10:00, la manifestazione organizzata a Tremestieri, frazione costiera del Comune di Messina. A scendere in piazza, questa volta, i gestori delle palestre, i personal trainer, i chinesiologi e tutti gli operatori del fitness insomma. Alla protesta pacifica hanno aderito la stampa e anche alcuni cittadini non appartenenti alle categoria.
Ben precise, e dirette, le richieste rivolte al Governo, organo nel quale vogliono, ancora una volta, credere e riporre la propria fiducia. La categoria vuole continuare a svolgere il proprio lavoro nel rigoroso rispetto di quelle linee guida cui si è ulteriormente uniformata, anche dopo il recente ultimatum di una settimana fa.
Incomprensibile ed inaspettata la chiusura, a seguito dei controlli eseguiti – poi riferiti al Comitato tecnico-scientifico (Cts) – che non hanno portato di certo in emersione inadempimenti. Tutt’altro. Le palestre sono risultate conformi alle norme anti-Covid, allineate ai protocolli e sicure, nonostante ciò sono state chiuse.
“Senza aiuti non chiudiamo” è il grido d’aiuto rivolto alla Stato, per sé e per i propri figli, per la loro famiglia. «Abbiamo paura» sono le parole dei manifestanti. Il futuro appare loro incerto e le spese mensili sembrano schiacciarli sempre più, dopo la prima batosta della Fase 1, che aveva decretato la morte di molte attività italiane.
Le richieste sono precise: garanzie e aiuti finanziari per il sostentamento, sospensione delle spese troppo esose per essere sostenute senza la prosecuzione dell’attività lavorativa. «Ci auguriamo – dicono – che l’equilibrio economico della nostra Regione, già precario, non subisca la stangata finale. Sarebbe veramente il collasso».
Abbiamo intervistato Francesco D’Angelo, istruttore, e la figlia, chinesiologa e titolare di una palestra. Entrambi ci hanno spiegato il loro punto di vista e sottolineato le modalità che consentirebbero la riapertura delle strutture sportive. Per guardare l’intervista video, clicca qui: https://youtu.be/HJsMDSRe_kI