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Cateno De Luca dopo il concerto alla villa Dante: “Il mio modesto contributo per dare una svolta artistica e sociale alla nostra città”

Cateno De Luca dopo il concerto alla villa Dante: “Il mio modesto contributo per dare una svolta artistica e sociale alla nostra città”

Se c’è una cosa che nella nostra città non può essere perdonata, questa è il successo; e se c’è qualcuno che lo sa meglio di tutti, questi non può essere che il sindaco Cateno De Luca.

Dopo il concerto che lo ha visto esibirsi nelle vesti di strumentista e cantautore sul palco dell’arena della villa Dante, piovose e inclementi sono arrivate stroncature e critiche da chi è solito confondere la figura dell’uomo politico con quella del self-made man di cui il sindaco ne incarna alla perfezione lo spirito.

Perché Cateno De Luca è un uomo che si nutre di sogni, sogni che coltiva con instancabile abnegazione, tenacia e duro lavoro. Prova ne è la sua straordinaria esistenza, con quella tipica risolutezza che non fa sconti a nessuno, soprattutto a se stesso, e che riesce a trasformare questi sogni in splendide realtà.

Il concerto di domenica sera ne è la riprova assoluta, se è vero ed innegabile che sono emerse alcune piccole lacune in queste sua nuova veste di cantautore, è pure vero che qualcuno non ha saputo cogliere l’essenza che animava l’iniziativa.

Un’iniziativa senza scopo di lucro, l’ennesimo omaggio alla città di chi ha deciso di mettersi al servizio della collettività mettendo in gioco se stesso.

Ce lo spiega bene lui stesso in questa lunga dichiarazione, quasi uno sfogo, che ci ha rilasciato il giorno dopo il concerto che lo ha visto assoluto protagonista:

“Vecchio detto siciliano, <<nuddu nasci insignato>>, vorrei sintetizzare cosi il mio pensiero in merito a quanto successo domenica.

Io non sono nato sapendo fare il di sindaco, ne me lo hanno insegnato i miei genitori perché sono dei contadini…fatto sta che oggi sono probabilmente nel guinness dei primati per essere stato eletto per la prima volta in Italia sindaco in tre comuni diversi, tra cui Messina in cui rivesto anche la carica di amministrare la città metropolitana.

La stessa cosa per quanto riguarda il clarinetto, l’ho ripreso solo da un anno dopo 32 anni che l’avevo messo da parte, recuperando una discreta manualità in questo breve lasso di tempo. Per quanto riguarda la voce, anche qui la stessa identica cosa io ho incominciato a cantare solo tre mesi fa, prima l’avevo fatto solo per passatempo, quindi è logico che la mia voce abbia tante imperfezioni di cui sono perfettamente cosciente!

E tutto questo non mi può certo impedire di fare un album per finalità benefiche! Io ci metto la faccia divertendomi, ieri mi sono divertito, ho accesso sicuramente una miccia esplosiva in città che è quella di dare la possibilità a tanti ragazzi talentuosi ma senza punti di riferimento di ritagliarsi uno spazio di visibilità. Abbiamo portato a Messina, grazie a questa mia follia, un grande critico musicale, un giornalista tra i più importanti del suo settore in ambito nazionale come Red Ronnie, abbiamo costruito un primo strumento che è la casa del musicista.

In fin dei conti cosa si può pretendere di più da Cateno De Luca che di mestiere non faceva il cantautore ma che si è messo a disposizione per questa finalità benefica? Cosa c’è di male a sognare di partecipare e magari di vincere Sanremo?

Ho sempre sognato fin da ragazzino di fare il presidente della regione siciliana, eppure adesso questo sogno potrebbe concretizzarsi, ma quando io dicevo questo, e parliamo di oltre trent’anni fa, tutti mi ridevano in faccia…è stato un percorso allora ed è un percorso questo di oggi.

Una cosa è chiara, io sono una persona che si impegna al massimo e con amore nelle cose in cui si mette, ed ecco perché alla fine gran parte delle cose che ho fatto sono riuscite.

Anche quando volevo fare la Fenapi, mi ricordo che alcuni politici blasonati mi risero in faccia perché non pensavano che partendo da Fiumedinisi con la valigia di cartone riuscissi a fare nel giro di otto anni quello che ho fatto. Otto anni in cui ho dormito sui cartoni e sulle scrivanie, andando a mangiare alla Caritas di Roma, e andando avanti a soldi prestati, arrivando ad accumulare a ventisei anni 600 milioni di lire di debiti.

Ma alla fine ce l’ho fatta, adesso la Fenapi, è presente in settantotto province italiane, diciannove regioni con oltre 1500 sportelli, ha dato da vivere a me e da da vivere ad oltre 1500 persone in tutta Italia. Mi rende orgoglioso il fatto di essere riuscito, partendo da Fiumedinisi, di ritornarvi creandovi una delle due direzioni generali, l’altra e Roma, e suscitando tanta rabbia e invidia in coloro che non hanno voglia di lavorare e sacrificarsi, ma soprattutto di aver dato lavoro a 50 ragazzi della zona jonica e della città di Messina.

Ecco, questo è Cateno De Luca; un sognatore. Un sognatore che non si abbandona semplicemente al sogno ma si rimbocca le maniche e si sporca le mani mettendoci la faccia con passione e amore. Ed Allora dico a tutti, perché non lo fate semplicemente pure voi?

Piuttosto di stare li a guardare ed aspettare che io faccia un passo falso, una nota stonata in questo caso, per potermi attaccare e criticare, perché non fate una valutazione dei testi che ho scritto? Testi di forte denuncia sociale rappresentativi di una società alla deriva nella quale sto sto cercando, attraverso il mio ruolo e il mio modesto contributo, di creare le condizioni per una svolta.

Voglio concludere con questo pensiero: non restate lì a guardare, a non fare niente, a criticare, prendete esempio da Cateno Luca, dal suo dinamismo, della sua voglia di fare e del suo amore per la società.

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