In questi ultimi giorni la nostra città ha dimostrato, ancora una volta, di possedere in se quegli anticorpi capaci di combattere tutte le storpiature di una democrazia che non trova nel popolo il suo estremo difensore.
Se non fossero bastate le due ultime sorprendenti scelte come sindaco della città, Accorinti e De Luca, sintomo di un forte malessere contro un certo tipo di politica, Messina durante questa crisi pandemica ha saputo distinguersi nel grigio panorama nazionale come ultimo baluardo contro ogni forma di sopraffazione e rassegnazione.
Prova tangibile ne è il fatto che su questa riva dello stretto vive un fortissimo movimento contro quello che da molti è considerato un obbrobrio costituzionale, il green pass; sarà forse per questo motivo che la città è ultima in Italia come numero di vaccinati?
Questo movimento ha saputo esprimere negli ultimi mesi diverse forme di pacifica e costruttiva protesta, ultimo in ordine di tempo il sesto no-paura day contro il green pass di sabato scorso a piazza Cairoli, manifestazione senza colore politico ma piuttosto aggregazione di varie anime unite dallo stesso obiettivo e condotto dalla sempre bravissima Valentina Serranò e che ha visto salire sul palco diversi esponenti della vita civile messinese davanti ad un foltissimo pubblico di cittadini.
Un movimento che vede nel gruppo R2020 e nella locale sezione di Italexit i portabandiera di questa protesta, protesta che ha saputo attirare l’attenzione dell’europarlamentare Francesca Donato, appena uscita dalla Lega per le sue posizioni contro il green pass, e che sabato ha incontrato gli attivisti messinesi che combattono per la difesa delle libertà costituzionali ribadendo più volte la necessità di scendere in piazza per farsi sentire, ovviamente in maniera pacifica, cosi da poter avere gli strumenti per portare la voce del popolo al parlamento Europeo.
E’ notizia di oggi che i professori dell’ateneo messinese contrari al green pass sono diventati 18, un movimento nel movimento che vede alcune delle menti più illuminate di Messina gridare a gran voce contro questa misura draconiana considerata incostituzionale.
Non ultimo anche un noto esponente della società civile, l’architetto Nino Principato che coraggiosamente e controcorrente ha paragonato il gren pass all’odiatissimo green “kass” nazista, mai metafora fu più azzeccata, e che è stato linciato mediaticamente e politicamente dai soliti asini volanti locali fermi sulle solite ambigue posizioni, attenti non ad assecondare i bisogni dei cittadini ma quelli dei loro “superiori” riferimenti politici.
E non dimentichiamoci del giudice Angelo Giorgianni, che da dietro le trincee, con la sua associazione internazionale “L’Eretico”, sta affilando le armi giuridiche per combattere nei tribunali di tutta Italia questa norma considerata incostituzionale.
Insomma, brilla ancora una scintilla di speranza in tutti quei messinesi che non si vogliono piegare a quella che sembra una sinarchia sanitaria piuttosto che una democrazia partecipativa basata sui dettami costituzionali, e la battaglia continua, altre più importanti iniziative sono in preparazione a breve; innegabile dire che questa città ha deciso di non assecondare ancora una volta certe scelte che non le appartengono per retaggio storico, culturale e politico.