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Cronaca di un disastro annunciato: la vallata di Santo Stefano

Cronaca di un disastro annunciato: la vallata di Santo Stefano

FATE PRESTO! No, non è successo di nuovo, nessuna catastrofica vicenda è avvenuta, ma potrebbe accadere presto se non si interviene immediatamente, se non si interviene in maniera rapida e soprattutto coesa.

Stiamo parlando della vallata di Santo Stefano a Messina dove, da anni, un comitato locale si batte per mettere in sicurezza l’intera area da quella che potrebbe essere una catastrofe tale da far impallidire la tristissima vicenda dell’alluvione di Giampilieri.

In questi anni diversi progetti sono stati presentati per mettere in sicurezza l’area, ben tre, nessuno dei quali si è concretizzato e, ciliegina sulla torta, ne è stato poi presentato un quarto dall’attuale giunta comunale che stravolge la visione dei tre precedenti.

Ed è proprio su questo progetto che sabato scorso il “Comitato per la rinascita di Messina” in una pubblica riunione svoltasi all’Auditorium “San Gaetano” di Santo Stefano Briga, ha espresso tutte le sue perplessità ed il suo fermo diniego ad una nuova via di fuga considerata sbagliata ed inutile ma soprattutto inefficace.

Contrariamente a quanto studiato precedentemente, il nuovo progetto prevede la creazione di una strada parallela all’alveo del torrente e sul suo lato destro che da Santa Margherita si prolungherà fino alla sp 36 alle porte di Santo Stefano Medio.

Secondo il comitato sarebbe quindi assolutamente inefficace questa soluzione e per tre ben validi motivi:

  • Quanto ipotizzato dall’ente locale non preserva dal pericolo l’intera vallata di Santo Stefano.

  • La variante alla strada provinciale 36, come appare prospettata, non contempla i villaggi maggiormente a rischio e popolosi (Santo Stefano Medio e Santo Stefano Briga)

  • Sembra prevedersi un bypass che non consente il transito di mezzi pesanti proprio di protezione civile e opere dove laddove il rischio insito nella caratterizzazione idrogeologica (la più elevata) consiglia (e forse impone il contrario).

Ricordiamo che l’intera vallata a monte è a rischio idrogeologico R4, il massimo sulla scala e che ad essere maggiormente a rischio sono proprio i villaggi di Santo Stefano Medio e Santo Stefano Briga, cosa succederebbe quindi se questo rischio dovesse concretizzarsi?

Qui siamo proprio in cima a Santo Stefano Briga, quello che vedete è l’alveo del torrente, in questo punto proprio al livello del piano stradale. Qui siamo anche nel maggior punto di rischio dell’intera vallata, le montagne sono ad altissimo rischio di smottamento e movimenti franosi.

A cosa servirebbe questa inutile nuova via di fuga se acqua e fango sono destinati ad incanalarsi proprio sulla sp 36 fino all’intersecazione con la nuova strada?

Non servirebbe proprio a nulla, due villaggi sarebbero spazzati via dalla furia del fango e i soccorsi resterebbero fermi sotto, ma molto più sotto. Nessuna via di fuga, nessuna possibilità di evacuare in tempi rapidi il paese, nessuna via di scampo.

Una strage preannunciata, si sta tentando di svuotare il mare con una conchiglia invece di vedere il problema nella sua altissima e pericolosissima gravità affrontando seriamente la questione.

E sono state durissime le parole pronunciate da parte del presidente del comitato, Pippo Floridia, nella riunione di sabato scorso rivolte ai presenti, rei di appoggiare da anni una politica del non fare.

Parole rimarcate da un altro membro del comitato Nino Raciti, a cui sono seguiti gli interventi degli avvocati Abate e Catalano, del dottor Mondello, di Pippo Morano e Maurizio Gemelli e infine dell’avvocato Emilio Fragale.

Non si ferma certo a questa riunione il dissenso a quest’inutile opera prospettata, tante iniziative sono pronte per essere attuate, finalizzate come in passato a ridare sicurezza e dignità ad una vallata abbandonata da decenni all’incuria da tutte le amministrazioni che si sono man mano succedute.

Nulla è cambiato, ma adesso basta, FATE PRESTO!

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