Circa un anno fa, dopo l’arrivo del Covid19, alcuni di noi sono stati mossi da una voglia di documentarsi sull’argomento sotto ogni punto di vista. Personalmente mi sono soffermata sulla parte storica.
Nel dover scegliere l’argomento da discutere per la tesi, ho scelto l’influenza spagnola per le analogie in merito ai comportamenti adottati.
Oggi infatti in questo terzo appuntamento parleremo di questo, faremo un salto nel tempo fino al 1918.
Come sappiamo il 1918 fu un anno davvero particolare, non solo per l’arrivo dell’influenza spagnola ma anche per la fine della Prima Guerra Mondiale.
L’influenza Spagnola si sviluppò nel marzo del 1918 negli Stati Uniti per poi raggiungere il nostro paese nel maggio dello stesso anno nel silenzio della stampa che dedicava soltanto qualche pagina saltuariamente e mai le prime pagine.
Quest’oggi però vogliamo soffermarci su Messina, colpita dall’influenza spagnola nel settembre del 1918. Sappiamo questo grazie ad un documento ancora inedito ritrovato durante la stesura della tesi.
All’interno dell’Archivio Storico della Parrocchia di San Nicola di Bari di Giampilieri Superiore. La testimonianza che vi proponiamo scritta da Giovanna Catanese,risale al 16 settembre 1918 e si trova all’interno del registro dedicato ai defunti che va dal 1882 fino al 1925-30. Il testo metà in latino e metà in italiano recita così :
Ioanna Catanese filia quondam Antonini, cuius matres non sunt nome et cognomen , annorum 56, vidua Franciscus Vitalis( prima quae mortus est cum febre ispaniense dicta vulgo spagnola) sine receptione Sacramentum animam Deo rediddit.

In questo tempo la malattia detta febbre spagnola, faceva vittime in tutto il mondo e a sentire come il terribile morbo infestava le vittime, faceva tremare le vene e i polsi. Anche Giampilieri è stato tremendamente colpito e tutti i morti che in seguito vengono notati quasi tutti sono stati colpiti dal terribile male.
Erano famiglie intere che sparivano, come p. es quella di Nicolò Cannizzaro fu Paolo, e quella di Bucalo Maria fu Giovanni.
Sin oggi da nessun igienista si è trovato rimedio il male e molti lo chiamano peste polmonare : certo che il progresso di cui si vanta il nostro secolo è sempre un progresso relativo. Ciò per i posteri.
Segue dunque un lungo elenco di defunti che viene concluso dal sacerdote dell’epoca, Giovanni Bottari

Leggendo i nomi, cognomi si evince che dal 16 settembre 1918 al maggio 1920 sono morte 147 persone, la media dei morti è pari a 37 anni.
Inoltre, notiamo che la maggior parte delle persone decedute si concentra maggiormente tra settembre e ottobre del 1918 per poi diminuire andare gradualmente fino al maggio del 1920, ripristinando i normali standard di vita .
Le persone colpite dall’influenza avevano approssimativamente dai 30 ai 50 anni con qualche eccezione tra i 13 ai 20 anni, come possiamo notare guardando il grafico sottostante:

Insieme a Don Carlo Oliveri leggere le pagine di questo archivio è stato a dir poco emozionante, leggere nomi, cognomi ed età ci fa davvero riflettere su come le malattie sebbene con caratteristiche differenti a distanza di anni e anni si ripresentino, ma poi come succede sempre vengono sconfitte con gli strumenti adeguati.
