Determinata, perentoria e rassicurante, Giorgia Meloni punta tutto su Musumeci, al fine di estromettere Salvini e la Lega dalla Sicilia.
“Io sono Giorgia”, dunque, veste la giubba rossa e punta a liberare la Sicilia dal rischio rappresentato dall’invasore padano, col quale governa in ambito nazionale, al punto da volersi esporre con lo stesso Cavaliere, Silvio I da Arcore, subito dopo l’elezione del presidente della repubblica.
Tutto ciò, potrebbe apparire molto bello, romantico e cavalleresco, se non fosse eloquente che, ancora una volta la casta romana, sta giocando a spartirsi la Sicilia, usata come laboratorio di ingegneria politica e come campo di battaglia al fine di imporre la propria egemonia politica nelle rispettive coalizioni.
È evidente infatti, come i giochi di palazzo che da sempre hanno coinvolto la nostra Isola, che provengano questi dalla destra o dalla sinistra nazionale, passando per il centro, non abbiano generato altro che un progressivo abbandono ed impoverimento, relegando di fatto la Sicilia allo status di colonia.
Difatti, col passare degli anni, la nostra isola ha visto via via erodersi ogni prerogativa statutaria, ogni ente di gestione diretta, persino l’Alta Corte di Giustizia venne strappata via al popolo Siciliano nel massimo silenzio e nell’indifferenza generale, generando un danno incalcolabile.
Basti pensare che la mancata attuazione delle norme statutarie, genera ad oggi un danno complessivo di oltre dieci miliardi di euro ogni anno sulla pelle dei Siciliani, i quali nell’attesa di vedersi riconosciuti i propri diritti, conquistati con la lotta ed il sacrificio, continuano a vivere situazioni di profondo disagio.
Che dire, risulta sempre più triste vedere come in Sicilia, nonostante cambino le generazioni politiche, non cambino le idee, intrise di un profondo ascarismo atto soltanto al proprio tornaconto, piuttosto che ad una nobile e disinteressata gestione della Res Publica, atta a risollevare le sorti di una Terra tanto prospera ma al contempo tanto sfruttata e vittima di degrado e abbandono.
Raramente nel corso della sua plurimillenaria storia, la nostra Isola ha versato in questo stato, e si può asserire senza timore alcuno che dagli anni ‘50 del secolo scorso, ad oggi, la “Questione Siciliana” , ben diversa da quella meridionale, sta acquisendo i connotati di una catastrofe.
Il tutto mentre una Mala Signoria, sempre più agguerrita, gioca a spartirsi la terra di Ducezio, Agatocle, Ruggero e Federico, il tutto mentre il Popolo Siciliano, è costretto a stare a guardare, appigliandosi all’unica arma della quale è a disposizione, l’astensionismo.
Ma costor signori farebbero bene a porre la massima attenzione al fenomeno, non sia mai che ciò che è toccato agli agionini tocchi anche agli italiani, non sia mai che il Popolo Siciliano, insorga ancora, in un nuovo Vespro.