Ancora una volta, ieri sera, è andata in scena l’ennesima rappresentazione fantasma del confronto della politica messinese.
Se Federico Basile ha fin dall’inizio disertato qualsiasi confronto con i colleghi candidati, adesso, pian piano, incominciano a scomparire anche gli altri: ieri a Tele90, oltre al solito Basile, si sono defilati prima Croce e poi De Domenico.
Dicevamo del buon Basile che, poverino, non partecipa a nessuna trasmissione se Sua Maestà non voglia, ma Croce e De Domenico?
Visti gli ultimi tentati confronti, trasmessi dalle tv locali, ci pare di capire che la coerenza intellettuale, la chiarezza nell’affrontare qualsiasi tema, l’inattaccabilità e soprattutto la capacità di saper parlare a tutti i teleascoltatori, faccia di Gino Sturniolo un avversario formidabile, impossibile da battere in banalissimo confronto democratico tra candidati sindaco.
Chissà se, prima della chiusura della campagna elettorale, riusciremo mai a vedere un dibattitto tra tutti e cinque i candidati alla carica di sindaco.
Sul mancato confronto la pensa cosi anche Tele90, che in durissimo comunicato scrive quanto segue:
“Il confronto è il sale della Democrazia”. Non a Messina. Non in questa campagna elettorale. Il 27 aprile scorso 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻𝘃𝗶𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗧𝗨𝗧𝗧𝗜 𝗶 𝗰𝗮𝗻𝗱𝗶𝗱𝗮𝘁𝗶 𝘀𝗶𝗻𝗱𝗮𝗰𝗼 𝗮𝗱 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗼 𝘁𝗲𝗹𝗲𝘃𝗶𝘀𝗶𝘃𝗼. I “big” hanno declinato l’invito. C’è stato anche chi aveva subito confermato ma 40 minuti prima della registrazione, dopo aver appreso dell’assenza dei colleghi, ha deciso di non intervenire. Ringraziamo i candidati “alternativi”. 𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝘀𝗲𝗿𝗮 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟮𝟭.𝟭𝟬 nella puntata di #Agorà potrete ascoltare le idee di 𝗦𝗮𝗹𝘃𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗧𝗼𝘁𝗮𝗿𝗼 e 𝐆𝐢𝐧𝐨 𝐒𝐭𝐮𝐫𝐧𝐢𝐨𝐥𝐨. Agli assenti auguriamo altri palcoscenici e per il bene della Città speriamo che decidano di confrontarsi.”
Non da meno la presa di posizione di Gino Sturniolo:
Ieri sera, ancora una volta, mi sono ritrovato in uno studio televisivo a dovere registrare un confronto elettorale solo con Salvatore Totaro. Gli altri candidati alla carica di Sindaco della città di Messina hanno ritenuto di non doversi presentare. Se non fosse sufficiente il rispetto che bisognerebbe avere nei confronti dei giornalisti, che hanno diritto ad avere gli strumenti per svolgere il loro lavoro, bisognerebbe quantomeno avere rispetto per il ruolo che si aspira a ricoprire. Non ci sfugge, evidentemente, che i candidati che continuano a non venire ad un confronto possano tatticamente ritenere che non gli convenga. Le campagne elettorali, lo sappiamo, non sono un pranzo di gala e nel loro calcolo ci sarà il fatto che avrebbero solo da perdere. Può darsi non si sentano sufficientemente solidi sui compiti che l’amministrazione comunale avrà nei prossimi anni. O può darsi anche che non si sentano solidi dal punto di vista emotivo. Ci sono, tuttavia, delle regole minime da rispettare. Soprattutto, delle regole di carattere etico. Non si può fare della campagna elettorale solo la manifestazione muscolare della propria forza economica. Non se ne può fare, d’altronde, neanche una sequenza di strette di mano, di “rustute” in compagnia e coltivazione delle patate. Ci sono anche i contenuti politici e i temi relativi all’amministrazione della città.Noi vogliamo sfuggire all’idea che abbiano paura a confrontarsi. Non vogliamo avere questa arroganza. Sarebbe, però, ancora più imbarazzante se lo facessero come atto di supponenza nei confronti di candidati da loro considerati “minori”.