Messina ha la sua terra di mezzo. No, non stiamo parlando di quella partorita dall’immaginario fantasy di Tolkien e non ci vivono né uomini né hobbit.
Si tratta dello spazio tra l’imbarco delle navi della Caronte & Tourist e l’area dell’ex fiera, un tempo adibito a gasometro.
Il primo biglietto da visita della città agli sparuti turisti di passaggio che, al cospetto di cotanto degrado, ritengono opportuno imboccare l’autostrada e spostarsi verso luoghi più accoglienti.
L’area dell’ex gasometro, secondo il piano di qualche passata amministrazione, doveva essere adibita a verde pubblico e area giochi per bambini.
Cosi che avrebbero potuto goderne i cittadini e, nel contempo, rendere accogliente e gradevole alla vista l’approdo in città a coloro che vi si fossero avventurati.
Per tale motivo era stato dato il ben servito ai cavalli di Molonia, il re delle carrozze, sloggiati in fretta e furia tra il disappunto dell’abusivo occupante.
La gradevole e onorevole adibizione pensata per l’ex gasometro non piacque. Per le successive amministrazioni, in carica tempo per tempo negli ultimi 20 anni, in quel luogo di nuovo verde pubblico, neanche a parlarne, ma neanche altrove!
Fu effettuata una variante che aggiungesse la possibilità di adibirla a parcheggio e l’area dell’ex gasometro per oltre un decennio venne adibita ad autoparco comunale incustodito, terreno di conquista di ladri e ricettatori che cannibalizzavano, nottetempo prima e diurnamente dopo il trasferimento dei pochi addetti ad altra sede, le autovetture prelevate dal carro attrezzi selvaggio.
Dismesso l’autoparco, dopo un arresto di ladri colti in flagranza con ancora batterie e pistoni in mano, con la sopraggiunta era de luchiana e avvio della differenziata, l’importante sito del centro cittadino raggiunse il clou dello scadimento: inizialmente venne adibita a deposito di bidoni e carrellati destinati alla consegna ai cittadini e successivamente a luogo di interscambio della differenziata e dei mezzi alla stessa assegnati.
La tanto disastrosa, quanto provvidenziale per i residenti, pandemia rese necessario liberare la superfice per la nascita di un centro tamponi per l’emergenza sanitaria. Meglio il caos diurno e i tamponamenti di varia natura che la puzza e i rumori notturni.
Ma “finita la festa gabbato lo santo” e da qualche tempo l’area tamponi è stata dimezzata. La restante parte che serviva a distribuire e disciplinare le auto in fila al drive in ha fatto posto, nuovamente, a cassoni e mezzi per la raccolta della “monnezza”.
Gli esigui alberi all’interno, mai potati, hanno raggiunto e superato i piani alti e quelli antistanti sono i più alti della città, graziati dalla capitozzatura che ha interessato l’intero viale della libertà e la cortina del porto.
Con cattiva pace di tutti sono ricominciati i rumori, gli schiamazzi notturni e lo scempio di un luogo che in un’altra città, e con altre amministrazioni, sarebbe stato valorizzato a dovere. Tutela, salvaguardia, gestione, valorizzazione e rispetto dei luoghi identitari di una città sono alla base dell’evoluzione del territorio.
Messina è una delle poche, forse l’unica, città del sud ad aver subito un’involuzione. Non c’è da meravigliarsi che ogni giorno 7 giovani abbandonino Messina per non fare più ritorno. Che dire? Viene in mente solo una parola: Vergogna!