Se Messina dovesse vincere un primato, sicuramente le spetterebbe quello per il maggior numero di buche.
Si tratta dell’annoso problema che in epoca accorintiana ha forse raggiunto l’apice. Non che adesso la situazione sia migliore e molte volte più che di buche si tratta di veri e propri crateri ai quali gli addetti comunali, ma molto spesso gli stessi privati cittadini, pongono rimedio nei modi più disparati compresi detriti e rifiuti vari.
Non per niente, tra il serio e il faceto, qualche anno fa è sorto un gruppo facebook ” Adotta una buca, proteggiamo le buche di Messina.” Le voragini apertesi nel tempo hanno rappresentato un pericolo non indifferente per automobilisti e scooteristi e le cause intentate all’Amministrazione comunale, per incidenti e danni conseguenti, veri o presunti che fossero, hanno gravato, e ancora purtroppo gravano, sulla cittadinanza.
Anche se negli ultimi anni molti marciapiedi sono stati ripristinati, molti altri non se la passano meglio delle strade: mattonelle sollevate o mancanti sono il cruccio dei passanti, soprattutto alle prime piogge, quando i marciapiedi pullulano delle cosiddette “falsone”, cioè quelle mattonelle che sembrano cementate ma che invece sono solo poggiate e, riempendosi d’acqua nel sottostrato, schizzano fango sull’ignaro passante con buona fortuna delle lavanderie della città.
La disastrosa situazione è ulteriormente peggiorata dalla tracotanza di alcuni scooteristi che, per sfuggire al traffico cittadino, hanno la furbizia di trovare una corsia preferenziale percorrendo, spesso controsenso, le banchine.
A quasi vent’anni dall’inaugurazione della tramvia, ancora non sono state rappezzati a dovere gli scavi per far passare la linea elettrica. Il poco cemento messo per coprire le tracce dei cavi non è durato nemmeno un anno, come d’altronde altri rattoppi di crepe e voragini cittadine, e il marciapiede è impraticabile senza mettere a repentaglio l’incolumità del pedone.
In viale della Libertà, via di continuo passaggio pedonale, si attende da 2 decenni il rifacimento dei marciapiedi e la posa delle mattonelle divelte dagli operai che hanno lavorato alla tramvia. Problema opposto alle crepe sono gli avvallamenti sulla corsia di marcia, dall’altezza di Piazza Castronovo sino al Viale Annunziata, di viale Regina Elena.
Qualche anno fa i tecnici dell’Amministrazione in carica, con una italiota genialata degna di una volpe, partorirono il restringimento della carreggiata divenuta non percorribile per le grosse radici che fuoriuscivano persino dall’asfalto. Orbene, come è noto ai più, le radici degli alberi continuano a crescere e stanno nuovamente invadendo la restante corsia nel senso di marcia sud/nord.
Siamo adesso curiosi di vedere quale soluzione verrà partorita. Temiamo però che anche stavolta non verranno rimossi gli alberi presenti ai lati della carreggiata, per sostituirli con altri con radici meno invasive, e magari la soluzione sarà di rendere la via accessibile nell’ unico senso di marcia nord/sud.
Grazie al passaggio del giro d’Italia molte strade cittadine hanno beneficiato di un vero e proprio restyling. Il viale della Libertà ha goduto solo in parte di certi benefici. Spartiacque è stata la via Istria. Da lì in poi i ciclisti hanno virato a destra per raggiungere, passando da piazza Castronovo, la via Garibaldi.
Peccato che a pochi centimetri dall’interruzione del nuovo asfalto vi fosse un affossamento della carreggiata del diametro di un metro rimasto ignorato, ben visibile anche ai corridori.
Se l’estetica non conta importa però la sicurezza dei cittadini. Pertanto vi esortiamo a non lasciarle da sole, prendetevene cura, adottate anche voi una buca!