Si conclude in anticipo la legislatura alla Presidenza di Regione Siciliana, del governatore Nello Musumeci.
Le motivazioni espresse da Musumeci, riassumibili in quattro punti, che abbiamo già trattato, suonano improbabili e sinceramente invitano ad una riflessione approfondita sull’accaduto.
Ci sembra infatti improbabile, che, da parte di un uomo che si disse più volte favorevole alla sospensione delle libertà personali e che più volte, pose come punto cardine la rinuncia alla sacrosanta Autonomia Siciliana, al fine di delegare allo stato centrale i diritti del nostro popolo, folgorato sulla via di Damasco, abbia posto al centro del suo pensiero, le “precarie” condizioni della Sicilia ed i bisogni dei Siciliani.
Difatti, se secondo fonti delle fonti, ben informate e provenienti da ogni schieramento Siciliano e nazionale, il “buon” Nello, in cambio del suo abdicare avrebbe ottenuto notevoli garanzie per se ed il suo entourage ( ma se questa è verità, lo scopriremo solo vivendo), il raziocinio ci invita ad un’analisi più lucida e se vogliamo più spicciola.
Cosa rischierebbe, la coalizione padrona di Musumeci, se politiche e regionali non si celebrassero nel medesimo giorno?
Il rischio, che ad oggi appare concreto, sarebbe un’amara disfatta in terra Siciliana, a vantaggio di un De Luca sempre più forte nel percepito degli elettori, il quale rischierebbe di minare le fondamenta della coalizione in Sicilia, al contempo, però, la coalizione di centro destra è pienamente cosciente, che visto il grande margine del quale, secondo i sondaggi, godrebbe la Meloni, se vi fosse una sola possibilità di vittoria in Sicilia, questa è legata all’accorpamento del voto tra politiche e regionali, sperando in un effetto di trascinamento del consenso meloniano.
Ma le frecce nell’arco del CDX, non si limitano ad un’operazione disperata nel tentativo di limitare l’azione di De Luca, in quanto vista la presenza in coalizione della Lega e visto quanto accaduto alle scorse amministrative, si potrebbe anche palesare un’altra ipotesi, una soluzione già provata, rodata ed a quanto pare funzionante, difatti, Salvini, potrebbe proporre alla sua coalizione di riproporre in Sicilia l’esperimento pienamente riuscito in Sardegna, nella quale si è consumata l’alleanza tra il Partito Sardo d’Azione e la Lega, alleanza che ha consentito a Solinas di ascendere al soglio di governatore, oltre che di senatore, e a Salvini di porre una bandierina del carroccio in modo saldo nell’isola.
Ovviamente, quest’ultima analisi è fantapolitica, ma sicuramente visti i trascorsi non può essere taciuta o non valutata.
Infine, giusto per non farsi mancare nulla e porre a voi lettori un’analisi più esaustiva possibile, dobbiamo porci un ulteriore quesito, lasciato per ultimo non perché di secondaria importanza, ma affinché sia posto al centro della vostra attenzione, in quanto potrebbe giocare un ruolo determinante.
In tutto questo, quale sarebbe la posizione del taciturno Raffaele Lombardo?
Cosa sceglierà di fare l’uomo divenuto Re di Sicilia, con la sua campagna da “Presidente del Popolo Siciliano” ?
Come si muoverà, colui che nel silenzio tombale è stato in grado di determinare a suo favore, nelle scorse amministrative, ogni competizione nella quale sia sceso in campo realizzando un grande slam, tale da lasciare tutti gli addetti ai lavori attoniti?
Beh in questo momento le variabili sono tali, da generare più dubbi che certezze, ma una cosa è certa, tutto si determinerà in maniera fulminea, pertanto non ci resta che aspettare e nel frattempo riflettere con la massima attenzione, su quale futuro il Popolo Siciliano vorrà donare alla sua Madreterra.