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Tumore prostata: una piattaforma regionale per percorsi diagnostico terapeutici di qualità 

Tumore prostata: una piattaforma regionale per percorsi diagnostico terapeutici di qualità 

Il nuovo PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) della Regione Siciliana, le novità chirurgiche e farmacologiche e l’avvio di un’innovativa piattaforma regionale 

Il tumore alla prostata colpisce 2230 siciliani ogni anno ed è il cancro che più incide nella popolazione maschile. E quanto è stato oggetto di trattazione nel corso del convegno, svoltosi all’Hotel Royal di Messina, dal titolo “Il carcinoma della prostata oggi: tra percorsi diagnostico terapeutici corretti e innovatività”. I responsabili scientifici Vincenzo Adamo, coordinatore Re.O.S. Rete oncologica siciliana, e Nicoló Borsellino, referente Re.O.S. PDTA carcinoma della prostata hanno esposto tutti gli aspetti del problema.

“Sono oltre 700 i decessi ogni anno nella nostra Regione a causa di questa patologia – ha spiegato Adamo – rappresenta il 17,3% dei tumori con numero più preoccupanti nelle provincie di Siracusa, Catania e Ragusa. Quello di oggi a Messina è il primo di tre eventi che vogliono toccare tutto il territorio siciliano (i prossimi saranno il 30 novembre a Palermo e il 14 dicembre ad Enna) per approfondire le nuove frontiere scientifiche e fornire una corretta informazione sul PDTA approvato di recente dalla Regione Siciliana”.

Le novità farmaceutiche 

Nei pazienti con tumore della prostata localizzato esistono diverse opzioni terapeutiche come la sorveglianza attiva, la chirurgia o la radioterapia. Nei pazienti a rischio intermedio-alto possono essere indicati un trattamento radioterapico esterno e/o una terapia di deprivazione androgenica (ADT) o l’intervento di prostatectomia seguito da ormonoterapia adiuvante quando vi è coinvolgimento linfonodale. L’ADT modifica gli effetti degli ormoni maschili sul tessuto prostatico e può essere effettuata mediante la castrazione chirurgica o la somministrazione di farmaci anti-androgeni. Per i pazienti metastatici in progressione dopo deprivazione androgenica, le strategie terapeutiche attualmente disponibili comprendono l’ADT di seconda linea in associazione a chemioterapia con docetaxel o con cabazitaxel, nei pazienti che sviluppano resistenza al docetaxel. Negli ultimi anni sono stati approvati, in prima e seconda linea, due nuovi inibitori androgenici, abiraterone acetato e enzalutamide, nel trattamento del carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione (mCRPC), prima o dopo un regime chemioterapico a base di docetaxel.
Inoltre, i risultati di alcuni studi recenti hanno evidenziato l’efficacia dei farmaci ormonali di nuova generazione, in termini di sopravvivenza e di aumento del tempo alla progressione, anche in pazienti non metastatici e nei pazienti con malattia ormonosensibile. Tra gli antiandrogeni di nuova generazione troviamo anche apalutamide che ha ottenuto recentemente l’approvazione in Italia nel trattamento del CRPC non metastatico, ad alto rischio di sviluppo di metastasi e nei pazienti con carcinoma prostatico metastatico sensibile agli ormoni in combinazione con ADT. Nel 2020 sulla base dei risultati di uno studio da fase III, l’AIFA ha approvato l’utilizzo di darolutamide, inibitore orale del recettore degli nei pazienti con malattia non metastatica resistente alla castrazione ad alto rischio di sviluppare metastasi. Una nuova terapia target con radionuclide lutezio (lutetium-177 (177LU)-PSMA-617) ha mostrato recentemente un’efficacia clinica promettente e una bassa tossicità in pazienti affetti da mCRPC, con poche ulteriori opzioni terapeutiche. In particolare l’efficacia antitumorale del lutezio ha indotto un significativo vantaggio in termini di sopravvivenza libera da progressione e globale in pazienti selezionati sulla base di un esame diagnostico innovativo quale la PET PSMA. Questi risultati potrebbero presto aprire le porte all’approvazione del nuovo radiofarmaco in quei pazienti che esprimono PSMA.
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