Breaking News
Home / Società / Sanità / Non infransero l’ordinanza del sindaco di Villafranca, assolte due mamme. Finisce cosi un’odissea giudiziaria dai risvolti tragicomici
Non infransero l’ordinanza del sindaco di Villafranca, assolte due mamme. Finisce cosi un’odissea giudiziaria dai risvolti tragicomici

Non infransero l’ordinanza del sindaco di Villafranca, assolte due mamme. Finisce cosi un’odissea giudiziaria dai risvolti tragicomici

Assolte dal tribunale di Messina “perché il fatto non costituisce reato”, finisce cosi l’odissea giudiziaria di due mamme ree di avere violato l’ordinanza emessa dal sindaco di Villafranca Tirrena durante il lockdown, ordinanza che vietava in maniera esplicita l’accesso ai parchi urbani e la consumazione di cibi sul posto.

In verità ad essere entrati nel parco e aver consumato, come emerso durante il dibattito in aula, sarebbero stati i figli delle due, entrati nell’area giochi gustando delle prelibate patatine su una panchina.

Ma all’occhio di falco della solerte polizia locale, non sfuggì questa pericolosissima eversione compiuta da due bambini, di poco più di 5 anni, che furono immediatamente bloccati con le loro mamme, identificati e intimati di dover mangiare le patatine camminando, guai a farlo seduti (in aula è emerso anche questo!).

Il reato contestato era l’articolo 650 del c.p., inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, che, come ha fatto magistralmente notare durante la sua arringa finale l’avvocato difensore di una delle due, Giuseppe Sottile del foro di Barcellona P.G., sottolineando che: “in ogni caso l’ordinanza del sindaco di Villafranca – in quanto emessa per motivi di Sanità – non rientra in nessuno dei provvedimenti previsti dall’art.650 c.p., che fa riferimento esclusivamente ai provvedimenti legalmente dati dall’autorità “per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene”. Ragion per cui non poteva essere contestato l’art.650 c.p.”.

Resta l’amarezza in bocca, specialmente a quei bambini che stavano solo facendo i bambini, per una vicenda che non meritava di certo di finire in un aula di giustizia, e che rivela ancora una volta l’estremizzazione di certe interpretazioni di norme di legge avvenute durante la pandemia da parte delle autorità locali.

Seguici e condividi:

Lascia un commento

Torna su