“Il vento è un cavallo:
senti come corre
per il mare, per il cielo.
Vuol portarmi via: senti
come percorre il mondo
per portarmi lontano.”
Scriveva cosi il grande Pablo Neruda, nell’incipit iniziale della sua poesia “Il vento nell’isola”.
E a chi scrive piace pensare che questo vento, un vento di cambiamento e di rinnovamento, stia soffiando sulla mia amata isola: la Sicilia, terra di amore e di speranza.
Tra poche ore, questo vento sempre più impetuoso, spazzerà via, e mi auguro definitivamente, quella cappa di invidia, ipocrisia e falsità, che aleggia sulla testa dell’unico uomo capace di dare una svolta, un principio di rinascita a questa nostra nobile regione.
Un uomo che nonostante le “deviazioni” di un sistema che lo avversa profondamente, nonostante gli attacchi personali e nonostante una salute attentata da tutta la cattiveria di questo mondo è sempre pronto a reagire.
Un uomo che è riuscito, nel giorno più buio della sua vita pubblica, nel giorno della sua più grande sconfitta, a rialzarsi con quella forza e quel carisma che appartiene solo ai grandi pugili che hanno fatto la storia della boxe, lanciando un un guanto di sfida e massacrando sul ring dell’agone mediatico chi voleva “ammazzarlo”.
Perché il vento non si ammazza, non si ferma, scuote indomito le case e le coscienze e il suo urlo significa speranza.
Domani non è un altro giorno, domani inizia quel cammino che ci porterà lontano, con buona pace di chi “ipotizza” certi metodi e poi invece li usa.