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Testa di ponte: dal punto di vista del marketing internazionale, acquisire una “testa di ponte” significa insinuarsi in un mercato estero mediante una strategia che permetta di gettare le basi necessarie a conoscere il suddetto mercato. Dalla testa di ponte l’impresa ottiene le risorse necessarie alla sua espansione sul territorio straniero.
Questo è quello che è successo ieri a Messina con l’arrivo del ministro Salvini per un convegno sul ponte sullo stretto organizzato da Cisl, Filca e Fit.
A bordo c’erano tutti, dal ministro al presidente della regione Schifani, dai presidenti di camera di commercio e confindustria locale ai deputati locali, tutti solerti e sorridenti per quello che si prospetta essere l’affare del secolo.
I soliti personaggi, i soliti imprenditori, quelli che da sempre detengono il potere economico della città.
Ma a bordo di quella nave mancava il personaggio più importante, mancava il popolo di Messina con la sua più importante espressione di volontà politica, il sindaco Federico Basile.
Non c’era quel popolo cornuto sulle teste di cui certi importanti personaggi, per citare Sciascia, amano camminare con indifferenza, ma a attenti a non scivolare perché si rischia di rimanere infilzati.
E in quest’ottica di camminamento, ecco spiegato il tentato fallito golpe alla presidenza del consiglio comunale di Messina e la grande ammucchiata bipartisan contro De Luca a Taormina. Tutto spazzato via dalla devastante vittoria nella perla dello Jonio e in tanti altri comuni di uomini e donne a lui vicini.
Se proprio si deve fare un ponte, e speriamo di no secondo chi scrive, tutto questo deve passare attraverso l’amministrazione locale, nell’unico supremo interesse del popolo messinese.
Piaccia o no, Cateno De Luca e la sua squadra sono l’unica sana garanzia locale.
